Il ritmo del respiro
L’ultima volta abbiamo
parlato di Khumbaka e voi sicuramente avrete sperimentato questa tecnica. Oggi alla
tecnica aggiungeremo il ritmo. Se vi chiedete perché, la risposta è semplice.
Nella natura tutto segue i suoi ritmi, il Sole, la Luna, gli animali e le piante,
così anche l’essere umano ha suoi ritmi.
I ritmi più evidenti e
senz’altro più importanti nel corpo umano sono sicuramente le pulsazioni del
cuore e il ritmo della respirazione. Questi due ritmi oltretutto sono anche
strettamente solidali. L’interdipendenza di questi ritmi biologici deriva dalla
costituzione del nostro organismo.
Grande è l’importanza del
ritmo, esso ci aiuta ad aumentare la nostra resistenza. Possiamo usare l’esempio
del passo ritmato che ci aiuta a percorrere distanze considerevoli, con una
fatica ridotta, mentre un passo irregolare stanca rapidamente. Queste
particolarità non sono sfuggite agli yogi che per lunghissimo tempo hanno
osservato il funzionamento del corpo umano, e hanno visto che quattro battiti corrispondono
a una respirazione. Di conseguenza il primo obiettivo era di stabilire la
sincronizzazione fra i battiti cardiaci e la respirazione. Hanno capito inoltre
che modificando deliberatamente questi ritmi era possibile influenzare tutte le
funzioni fisiologiche e psicologiche dell’essere umano.
RESPIRAZIONE RITMATA
Mettetevi nella posizione
preferita per il pranayama, attendete che il vostro respiro si regolarizzi ed entri nel suo ritmo normale, di
riposo, mentre indirizzate la vostra attenzione sui battiti del cuore. Non è
difficile, basta che vi concentriate sulla regione del cuore per prenderne
coscienza. Se non ci riuscite, potete prendere semplicemente i battiti al
polso. Contate 2 battiti per l’inspirazione, 4 per l’espirazione ( l’espirazione
dura di solito il doppio dell’inspirazione ). Questo ritmo è molto naturale.
Adesso prolungate progressivamente i tempi : per la inspirazione contate 3
battiti e 6 per la espirazione, se vi risulta facile potete aumentare a 4 battiti per la Puraka
(inspirazione) e 8 per la Rechaka (espirazione), e così di seguito.
Avrete notato che ancora
non abbiamo parlato di ritenzione del respiro – khumbaka. E’
necessario prima stabilire i ritmi, senza l’introduzione della ritenzione del
respiro, che comunque deve essere oggetto di un addestramento a parte.
Si stabilirà
immediatamente un equilibrio nel respiro, diventerà regolare cosciente e
ritmato. Un’altra cosa che noterete è che assorbe il mentale (che è uno degli
obbiettivi dell’ esercizio). Ne risulta una specie di acquietamento, di serenità,
che si stabilisce attraverso la magia ritmica del respiro, questo è un’ottimo
antidoto allo stress della vita moderna. Perciò ogni volta quando vi sentite agitati,
tesi, ansiosi non c’è medicina migliore della respirazione ritmata. Forse le prime
volte avrete un’ po di difficoltà a fermarvi nel momento in cui sentite tensione o vi sentite agitati, ma
provate a fermarvi, centrarvi al vostro cuore e lì cominciate a contare,
inspirazione, espirazione….
Tutti gli esercizi che
abbiamo nominato fino ad ora possono essere perfezionati aggiungendo il ritmo,
la sincronizzazione del respiro e dei battiti del cuore. Dal momento che avrete
assimilato la respirazione alternata potrete, senza paure, ritmare i vostri
esercizi di pranayama.
RESPIRAZIONE RITMATA
COMPLETA
Prima di praticare la
respirazione alternata ritmata è meglio esercitarsi con la respirazione
completa, mantenendo la cintura addominale controllata e con l’introduzione di
una breve ritenzione del respiro.
Proporzione: Puraka 1 unità
(4 battiti del cuore), Khumbaka 2 unità (8 battiti del cuore). Per tentativi
scoprirete la vostra durata ottimale e sarete in grado di andare all’infinito
senza stanchezza. La concentrazione è facilitata dal ritmo che fissa l’attenzione.
Con la pratica aumenterete
i ritmi per arrivare al ritmo classico:
Puraka -1 unità
Khumbaka - 4 unità,
Rechaka - 2 unità.
Tradotto in pulsazioni:
Inspirazione della durata di
4 battiti (1 unità),
Ritenzione del respiro della
durata di 16 battiti (4 unità),
Espirazione della durata
di 8 battiti (2 unità).
Questo esercizio è molto classico
e potente. Non è pericoloso, se rispettate le condizioni di base: facilità, concentrazione,
ritmo, la durata invece è un elemento del tutto secondario.
Praticate con
perseveranza, regolarità e dolcezza fino al momento in cui il ritmo non sarà
ben ancorato in voi e fino a che non vi sarà più necessario contare. Allora la
respirazione ritmata sarà altrettanto naturale come camminare.
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