L’educazione mentale
di Salvatore Brizzi Molti fra gli esseri umani presenti oggi sulla Terra stazionano in uno stadio evolutivo che li costringe a recarsi dove vi è molta gente, dove si può stare gomito a gomito con la folla; vogliono vedere movimento, agitazione, sentire il chiasso delle vie affollate del centro il sabato pomeriggio, le spiagge a Luglio e Agosto, la montagna nelle settimane di Natale e Capodanno. Abbisognano, per sentirsi vivi, di forti vibrazioni che scuotano dal letargo la loro coscienza, la quale ancora non viene influenzata da ciò che è delicato, sottile… solitario. Se un luogo è lontano dal vociare della massa, per l’uomo moderno è un brutto posto, poco interessante. Allora solo con la musica in cuffia o attraverso l’uso smodato del cellulare riesce a non sentirsi più solo. La solitudine è un nemico orribile da cui vuole difendersi appena se ne trova al cospetto. Questo continuo provocare e ricercare la confusione esterna – atteggiamento che gli antichi chiamavano