RISVEGLIARSI CON I DODICI APOSTOLI
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Trasmutazione alchemica delle emozioni
Scriviamo su un foglio un elenco delle dodici persone
che ci danno più fastidio. Possono essere parenti con cui non parliamo da molto
tempo, colleghi di lavoro, aziende od organizzazioni che ci hanno truffato,
situazioni difficili, ex fidanzati o ex mariti/mogli. Sono le prime dodici
persone che ci vengono in mente quando pensiamo a qualcuno che non sopportiamo,
che fatichiamo a incontrare, che a nostro parere ci ha fatto soffrire e con cui
abbiamo qualcosa in sospeso. Valgono anche personaggi della televisione e
politici.
Mettiamo al primo posto dell’elenco la persona che ci
dà più fastidio e al dodicesimo quella ce ne dà meno. Questi sono i Dodici
Apostoli o i Cavalieri della Tavola Rotonda che assisteranno il nostro
risveglio.
Ogni settimana lavoreremo su una persona dell’elenco,
cominciando da quella “più difficile”, cioè quella che si trova in cima all’elenco.
In questo modo dopo circa tre mesi avremo finito un ciclo di dodici persone.
Allora ricompileremo da capo l’elenco (alcune persone potrebbero uscire, altre
nuove entrare e altre ancora semplicemente cambiare posizione all’interno di
questa particolare classifica) e ricominceremo il lavoro su una persona ogni
settimana. Il tutto verrà ripetuto per quattro cicli di tre mesi ciascuno fino
al completamento dell’anno.
In che maniera si lavora su una persona che ci dà
fastidio?
Almeno una volta ogni mezz’ora, lungo tutto il giorno,
richiamiamo alla mente la persona o la situazione su cui abbiamo deciso di
lavorare e ci ripetiamo mentalmente per tre volte:
Ti amo. Mi dispiace. Ti prego, perdonami. Grazie.
È una sorta di preghiera che non deve però essere
rivolta alla persona in questione, bensì all’interno di noi stessi. La
preghiera va indirizzata a quella parte di noi che sta male, soffre, si sente
trascurata, ferita, in conflitto. Lo scopo della preghiera è ripulire fino a
sciogliere quella parte del nostro subconscio che ha creato la situazione o la persona
che ci danno fastidio. In questa sede diamo già per scontato che la situazione,
l’azienda o la persona non sono in alcun modo responsabili della nostra sofferenza.
Sono la conseguenza e non la causa di un nostro condizionamento interiore.
Solo noi siamo responsabili del nostro fastidio o del
nostro dolore e pertanto solo noi possiamo guarirci andando a sciogliere il
condizionamento alla base della nostra sofferenza.
L’esercizio dura solo pochi secondi e viene svolto
mentalmente, per cui non ci sono ostacoli al suo svolgimento. Può essere
portato a termine anche sul posto di lavoro o durante una serata tra amici. La
parte più dura consiste nel ricordarsi di farlo almeno una volta ogni mezz’ora
nel corso di tutta la giornata. Ma se siamo veramente motivati a cambiare noi
stessi, superiamo anche questo apparente ostacolo.
Capire sul piano mentale perché quella persona ci
provoca così tanto fastidio non è indispensabile. Talvolta può essere utile, ma
non è necessario dedicare troppo tempo all’analisi mentale del problema. È
invece essenziale al fine di un reale risultato terapeutico pregare sulla parte
ferita. In questo modo avviene una vera e propria trasmutazione alchemica
dell’emozione.
Per i particolari su questo genere di lavoro vedi il
mio libro "Risvegliare la macchina biologica per utilizzarla come strumento
magico", Antipodi Edizioni.
di
Salvatore Brizzi
www.primoraggio.it
www.salvatorebrizzi.com
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